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Investimenti e mercati

REPORT SETTIMANALE SUI MERCATI FINANZIARI

E l’ atleta ha messo il turbo!!! Nell’ottava appena conclusa abbiamo assistito ad una settimana di rialzi dove sia l’ Europa che gli Stati Uniti sono stati favoriti dalle trimestrali aziendali superiori alle attese degli analisti. Poi, vi sono i tassi d’interesse che restano particolarmente bassi (l’ euribor a 3 mesi ha aggiornato ancora una volta il minimo storico) o preoccupamene bassi? La tesi da me sostenuta tre settimane orsono si è verificata appieno e il trend rialzista sta proseguendo senza pause ed ormai siamo pronti al rally di fine anno. A livello europeo la piazza migliore è stata Francoforte con il DAX30 che è progredito del 3,62%, seguita dall’ indice inglese, il FTSE100 che ha registrato un rialzo del 2,99% cosi come l’ indice francese, il CAC40 in rialzo del 2,66%. A livello settoriale dobbiamo segnalare in denaro il settore delle risorse di base (+5,78% che dimostra essere il comparto maggiormente correlato positivamente alla borsa), seguito da quello chimico (+4,35%) ed infine quello bancario (+3,86%) mentre in lettera non dobbiamo segnalare nessun settore. Fra i principali titoli protagonisti assoluti Credit Agricole (+7,30% per un’ottima trimestrale superiore al consensus degli analisti), Bayer (+6,53%) e Societe Generale (+6,45% per profitti superiori alle attese) mentre in lettera segnaliamo Volkswagen (-11,71%), Alstom (-0,71%) e Axa (-0,16%).
Piazza Affari chiude la settimana con l’ennesimo rialzo dello Ftse/Mib (+3,29%), chiudendo la settimana a 23284 punti. Il nostro indice oramai è prossimo a rompere la resistenza statica posta a 23500 punti e preparare l’assalto prima ai 23800 punti e poi provare a rompere quello ostacolo psicologico posto a 24500 punti (massimo dell’ anno). Fra i titoli maggiori dobbiamo segnalare in denaro Bulgari (+10,93% trimestrale superiori alle attese e il prezzo dell’oro sui massimi storici posso giustificare questo trend al rialzo), Mewdiolanum (+8,55% come già detto nelle scorse settimane questo titolo insieme a Banca Generali è nella lista nei miei preferiti per la questione che riguarda il rimpatrio dei capitali dall’ estero e la performance di questa settimana giustifica tutto ciò), Campari (+8,27% la trimestrale e gli utili record hanno messo le ali al titolo) mentre in lettera, invece, troviamo Geox (-9,43% questa volta il titolo è stato punito da una pessima trimestrale e dall’ abbassamento di rating da parte di Chreveux), Prysmian (-5,23% il titolo ha risentito della vendite delle azioni da  parte di Goldman Sachs e sono convinto che nel medio periodo il titolo perderà ancora valore) ed Impregilo (-3,42% spinto al ribasso della querelle legata alla Pedemontana e non ha risentito positivamente dello sblocco del Cipe riguardante il Ponte sullo Stretto).

Il mercato azionario americano ha prodotto in settimana con l’ S&P 500 di poco i massimi del recente trend rialzista, spingendosi fino a 1.105 punti, per poi fluttuare in modo poco volatile al di sotto di tale zona grafica chiudendo a 1.093 punti. La linea di trend rialzista dell’indice resta intatta, con una rottura della resistenza che aprirebbe la strada verso la nuova soglia target psicologica di 1.200 punti. Il trend del mercato azionario resta impostato tecnicamente al rialzo ma il trend del mercato del lavoro resta dicotomico salvo poi accompagnare il movimento ciclico di Wall Street. Durante la prossima ottava oltre ai dati d’inflazione avranno molta rilevanza quelli di vendite al dettaglio e di produzione industriale di inizio quarto quarto, entrambe attesi in crescita. La stagione delle vendite natalizie si preannuncia migliore rispetto a quella dell’anno precedente ma non euforica, in un contesto di deleverage del credito.
Questa settimana è stata ancora all’ insegna della lettera per il Nikkei225 (-0,19%) che si riavvicina prepotentemente alla soglia del supporto posto a 9700 punti (9770,31), trainata ancora una volta al ribasso anche se più contenuto rispetto alla scorsa settimana dai titoli finanziari e dall’ apprezzamento dello yen che ostacola le esportazioni locali.
Sulla scia dell’arretramento del dollaro sul mercato valutario le commodities hanno finito nell’ultima settimana per muoversi lateralmente. I protagonisti in assoluto della settimana sono stati le materie prime agricole, il succo d’arancia e l’oro. Le vendite hanno invece interessato in particolar modo i bovini vivi, il cacao, il gas naturale, il caffè e il nickel. Il contratto-future sul petrolio WTI con consegna dicembre ‘09 si è mosso nell’intervallo di prezzo 75,57 $ – 80,51 $ per poi registrare una chiusura a quota 76,35 $ al barile, in flessione di quasi un dollaro rispetto alla chiusura della precedente ottava. Nell’ultima settimana il metallo prezioso per eccellenza ha più volte aggiornato il proprio record. Gli analisti di Merrill Lynch prevedono che nell’arco del prossimo anno e mezzo l’oro possa raggiungere i 1.500 dollari l’oncia. A trainare i prezzi sarà la corsa all’oro da parte soprattutto delle economie emergenti che punteranno sempre di più su asset solidi, come il lingotto, per cercare riparo dalla svalutazione competitiva perseguita dai Paesi del G10.

Nell’arco dell’ultima settimana il contratto-future sul decennale si è mosso nell’intervallo di prezzo 120,71 – 121,96 per poi archiviare l’ottava a 121,32 punti, in rialzo di 37 centesimi. L’impostazione tecnico-grafica quindi è rimasta immutata con la media mobile a 200-giorni (121,9 0 punti) a fare da prima resistenza e la media mobile a 100-giorni (121,60 punti) da primo supporto e a seguire la media mobile a 50-giorni (121,5 1 punti). Nel corso dell’ottava il mercato interbancario ha visto ancora una volta scendere il tasso EURIBOR a 3-mesi, attestatosi nel finale in area 0,714%. La curva dei rendimenti in Germania ha finito per registrare un movimento di shifting verso il basso: il 2-anni (1,20%) ha perso 8bps, il 5 – anni (2,42%) 7bps, il 10-anni (3,38%) ha guadagnato 2bps e il 30-anni (4,0 9%) ha lasciato sul campo 4bps. Lo spread BTP/BUND si è ristretto a 72 punti base.
Oltreoceano, si è trattato di una settimana di transizione in attesa dei dati relativi agli indici dei prezzi al consumo e alla produzione pubblicati in agenda nelle prossime sedute. Le dichiarazioni delle FED volte a sostenere che i tassi d’interesse americani rimarranno agli attuali livelli per un tempo prolungato hanno indotto i bond-traders a comprare i titoli di stato a 2-anni, che hanno chiuso l’ottava in compressione a 0,82%, così come il Libor 3-mesi dollaro a livelli di minimo record di 0,27%. Il mercato è spaccato in due filoni ideologici. La curva dei tassi d’interesse resta inclinata molto positivamente, e se l’inflazione non dovesse emergere presto , e dovesse diffondersi lo spettro della deflazione, allora i bond-traders potrebbero decidere a qualche punto di alzare la duration di portafoglio, spingendo in basso i tassi a lungo-termine. Sul bond-market tuttavia va detto che su ogni potenziale rendimento spuntabile in un contesto recessivo -deflazionistico su base annua penda la spada di Damocle del credit-risk legato ai pesanti budget-deficits che gli Stati Uniti devono registrare per risollevare le sorti macroeconomiche, in un frangente in cui il debito pubblico è in veloce ascesa.

Il mercato dei cambi durante l’ottava non ha prodotto spunti degni di nota per quanto riguarda i suoi cross principali. L’euro-dollaro in settimana ha fallito l’upside a 1,5063, giungendo fino a 1,5050 per poi rintracciare. Non vi sono grandi idee a parte quella di continuare a vendere la divisa americana o comunque a leggere il mercato in chiave dollarista, almeno fino a quando la trendline rialzista iniziata da marzo 2009 resterà intatta. I supporti sono rappresentati da questa trendline dinamica e dalla media-mobile a 50-giorni in continua ascesa ed ora a 1,4774. Ormai la media-mobile a 50-giorni si colloca al di sopra del famigerato top-Madoff passante a 1,4719.
In materia di sterlina, il mercato resta guardingo. La divisa inglese resta tra quelle più vulnerabili, sebbene non tutte le merchant banks siano d’accordo su questo. L’espansione ulteriore di base monetaria non rende onore alla sterlina a prescindere poi dalle fluttuazioni del mercato. Fondamentalmente a sostenere il pound è il rally dei prezzi delle case, registratosi negli ultimi tempi dai bassifondi nonché la constatazione che la divisa britannica sia poco pesata nei portafogli internazionali. Tecnicamente l’euro-sterlina ha come resistenza la media-mobile a 50-giorni in area 0,9053. Sul downside i supporti si identificano con la media-mobile a 200-giorni a 0,8872, violata la quale il trend diverrebbe neutrale.
L’euro-yen dal canto suo appare criptato, fluttuando attorno a 134,30. Su questo fronte vige la lateralità in attesa di spunti degni di nota sull’equity-market. L’area da battere sulla parte alta è quella di 139,22-140,00 mentre sulla parte bassa va monitorata la trendline dinamica rialzista da marzo 2009 e la media-mobile a 200-giorni in ascesa a 131,70.

Per suggerimenti e chiarimenti potete scrivere a  enzopolimeno@alice.it