I MERCATI FINANZIARI NELLA SCORSA SETTIMANA
I principali listini azionari europei hanno terminato la settimana appena trascorsa particolarmente contrastati, condizionati, oltre che dai dati macroeconomici statunitensi poco confortati, dall’elevato
nervosismo manifestato dai flussi di capitali accentuato dalla decisione della Bce di tagliare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale. Hanno concluso l’ottava sotto la parità Francoforte (-0,99%), Parigi (-0,51%) e Londra (-0,28%) mentre rialzi consistenti sono stati registrati da Milano (+2,55%) e Bruxelles (+2,16%). A livello settoriale, il comparto auto si è mostrato ancora debole (con molte case automobilistiche che hanno rivisto al ribasso le proprie stime per l’intero anno) così come quello delle risorse di base e dei servizi finanziari, in recupero invece il comparto assicurativo e quello delle utilities.
Fra i principali titoli occhi puntati su Ing (+18%), Allianz (+12,98% nonostante la controllata Dresdner Bank abbia compiuto nel 3° trimestre svalutazioni per 650 mln di euro) e Sociétè Generale (+11,44%). Dall’altro lato invece Arcelormittal (-12,69%), Credit Suisse (-12,48%) ed Anglo American (-11,88%).
Piazza Affari è riuscita ha chiudere le contrattazione in territorio positivo grazie agli acquisti che hanno premiato Fastweb (+19,66%), Fondiaria Sai (+13,24%), Pirelli (+11,56%) ed A2A (+11%). Mentre
hanno sofferto Ubi Banca (-5,68%), Banco Popolare (-4%) ed Eni (-3,96%).
Conteso completamente opposto per Wall Street che (completato l’effetto positivo delle elezioni presidenziali) ha subito una forte contrazione (con l’S&P 500 in ribasso del 3,90% ed il Nasdaq del
4,3%)sulla scia del pesante calo registrato dai consumi, dall’attività manifatturiera (l’ISM manifatturiero ha segnato un calo a 38,9 da 43,5) ed infine dall’occupazione (con 240mila posti di lavoro volatilizzati nel solo mese di ottobre).
Fra i titoli guida con segno meno General Motors (-24,57% che insieme a Ford e Chrysler ha richiesto al governo 25mld di dollari per fronteggiare la crisi), Bank of America (-15,34%), Citigroup (-13,41%) ed Hewlett Packard (-9,51%). Hanno registrato perfomance positive invece Coca Cola (+4,97%) e Verizon (+1,28%).
In rosso anche il Nikkei che ha ceduto il 4,95% influenzato negativamente dal settore automobilistico, non convincono infatti Nissan (in calo del 10%), Mazda (-7,98%) e Toyota (-6,97%).
Per quanto concerne il segmento obbligazionario, si è assistito sia nell’area Euro che nell’area Usa ad una diminuzione dei rendimenti su tutte le scadenze; in discesa anche il differenziale fra i rendimenti
dei titoli corporate e quelli governativi a 3-5 anni area euro.
Per il mercato dei cambi la divisa comunitaria ha realizzato un timido recupero rispetto allo yen (a 125,41, alla sterlina (a quota 0,813) ed al franco svizzero (a 1,5014) mentre è arretrata contro il dollaro riportandosi a quota 1,2709.
Infine per quanto riguarda le commodity si è osservata una brusca frenata delle quotazioni del rame trattato a 169,25$/25Klb (-7,89%) e dell’oro a 734,80 $/oncia (arretrato del 3,81%). Infine il petrolio il
leggera discesa si è attestato a Londra a 60,03$ al barile.
NOTA FINANZIARIA 10 nov 2008 (weekly)
MERCATI MONETARI/OBBLIGAZIONARI
Per quanto riguarda l’area euro rendimenti in calo su tutte le scadenze. Tassi in discesa sulla curva Usa su scadenze lunghe rispetto a 7 giorni fa. In diminuzione il differenziale fra i rendimenti dei titoli corporate e quelli governativi 3-5 anni area euro. In flessione lo spread tra i titoli governativi Paesi Emergenti e quelli Usa.
NOTA FINANZIARIA
10 Nov 2008 (weekly)
ANALISI TECNICA
BUND 117,54 (quotaz.ore 15:18 )
Da venerdì siamo di nuovo posizionati al rialzo sul bund dopo che (il giorno precedente) il derivato obbligazionario aveva terminato la
seduta oltre l’area 117,15 – 117,50 (indicata 7 giorni fa). E grafico ed indicatori (oltre che situazione congiunturale) ci inducono a ben sperare circa il raggiungimento ed il superamento del massimo a
118,33 dello scorso marzo. (vp) S&P/MIB 22.392 (quotaz.ore 15:18 )
Volatilità sempre altissima quella presente a Piazza Affari che ha, comunque, aperto la nuova ottava a + 4,3% rispetto a lunedì 3 novembre. E le raccomandazioni che, con un approccio tecnico, ci sentiamo di dare per il futuro sono queste: i trader “stiamo buoni”, i cassettisti “continuino a mettere buoni titoli nel cassetto”.
EUR/USD 1,2874 (quotaz.ore 15:18 )
In settimana, nel grafico dell’EUR/USD, abbiamo rivisto sia un 1,25 che un 1,31: le forze rialziste e ribassiste si stanno scontrando con particolare veemenza ed a noi non ci resta altro che continuare a realizzare eventuali utili maturati sul dollaro senza cercare di voler cogliere anche l’eventuale ennesimo, ultimo strappo del cross fin sotto quota 1,20 (sempre possibile in teoria in base alla nostra view “ciclica”). (vp)
NOTA FINANZIARIA 10 nov 2008 (weekly)
I MARKET MOVER DELLA SETTIMANA
In Europa l’ottava appena iniziata risulta ricca di indicatori macroeconomici: mercoledì sarà pubblicata la produzione industriale destagionalizzata area euro attesa in diminuzione dell’1,8% (dal +1,1% di agosto) a causa del restringimento del credito in atto da parte delle banche e per la stagnazione della domanda interna. Venerdì poi sarà la volta del Pil preliminare destagionalizzato del 3° trimestre (la previsione è per una discesa a -0,2% in linea con il dato finale del trimestre precedente) e del dato sull’inflazione europea (ad ottobre dovrebbe essere salita dello 0,1% rispetto al +0,1% di settembre mentre il tendenziale è previsto invariato a +3,2%).
Con riferimento alle singole congiunture, in Germania catalizzeranno l’attenzione domani l’indice Zew previsto a -63 per il permanere dell’incertezza sui mercati finanziari, giovedì il Pil preliminare del 3°
trimestre (il consensus è per una contrazione dello 0,2%) e venerdì l’indice dei prezzi al consumo di ottobre previsto in rallentamento dello 0,2%. Per quanto riguarda il Regno Unito saranno di scena la
bilancia commerciale totale di settembre (a -4,7 miliardi di sterline) ed il tasso Ilo sulla disoccupazione stimato a +5,8%.
Sicuramente più fitta di appuntamenti l’agenda statunitense: in programma giovedì il saldo della bilancia commerciale con il deficit a stelle e strisce atteso in flessione a -57 miliardi di $ (con le importazioni che dovrebbero risultare ancora in calo per effetto del peggioramento congiunturale a anche l’export dovrebbe mostrare una nuova riduzione mensile) e le nuove richieste settimanali
(previste a 480 mila unità). Venerdì sotto i riflettori le vendite al dettaglio che dovrebbero registrare un ulteriore flessione ad ottobre, la fiducia dell’Università del Michigan sul clima di fiducia prevista ai
minimi del maggio 1980 e le scorte delle società previste invariato a settembre.
Riferendoci, infine, al Giappone domani l’attenzione degli analisti si concentrerà sul dato M3 (stimato a +1% ad ottobre) ed i conti correnti totali (a 1390 miliardi di yen) mentre giovedì sarà di scena la
produzione industriale di settembre.
Vincenzo Polimeno
Per suggerimenti e chiarimenti: