La comunicazione online è in continua evoluzione.
Saper gestire e creare dei video accattivanti, può essere la chiave di volta giusta per migliorare la propria reputazione digitale.
Un passo fondamentale che può rappresentare la svolta anche per la propria vita professione. In una società sempre più “liquida”, dove la realtà si intreccia continuamente con il web, non si può più considerare separatamente il tutto.
Per realizzare filmati vincenti, però, bisogna seguire alcuni importanti accorgimenti sui contenuti e sui format da adottare. Anche perché un video fatto male, potrebbe sortire l’effetto opposto di quello desiderato e avere solo effetti deleteri per il proprio business.
Sul precedente numero di MyAdvice ho chiarito perché è fondamentale occuparsi della propria reputazione online e quanto la nostra reputazione digitale può migliorare (o peggiorare, se fatta nella maniera scorretta) la nostra vita professionale.
Per comodità, riassumo qui in sintesi le motivazioni principali:
• I Social Media sono un moltiplicatore di opportunità.
• Acquisire una buona reputazione online ci aiuta ad evolvere professionalmente
• Se decidiamo di non avere voce sul web, il web parlerà comunque di noi. E senza chiederci il permesso.
• Non possiamo lasciare questo enorme vantaggio ai concorrenti
In questo articolo parliamo dell’importanza fondamentale che i video possono avere nella comunicazione online.
Il video è il linguaggio più efficace sul web per tre principali ragioni:
– unisce informazione e intrattenimento.
– cattura l’attenzione degli utenti
– Viene premiato dagli algoritmi dei social media.
La regola è semplice: chi usa i video per comunicare, ha più visibilità rispetto a chi non li usa. Questa è l’attuale, dura legge della Silicon Valley.
YouTube ha calcolato, in una delle sue analisi, che il ROI – e cioè il ritorno degli investimenti – sulla piattaforma online è superiore a quello della TV nel 77% dei casi testati. Il mercato digitale dei video ha inoltre superato il mercato della televisione, raggiungendo quota 36,4 miliardi.
Quale tipo di video dovremmo dunque realizzare per supportare la nostra reputazione digitale?
Certamente non uno “spot”. Non un video pubblicitario classico, per intenderci. Quei video molto old style dove ci definiamo (da soli) “leader del settore” e ci esercitiamo in monologhi di marketing buoni per le strategie di comunicazione degli anni Novanta ma assolutamente deleteri nel mondo digitale odierno.
Ragionare sul web coi metodi della pubblicità televisiva può essere doloroso sia in termini di costi sia in termini di risultati. Parliamoci chiaro: gli spot sono costosi, e ripeterli all’infinito (a pagamento) sugli spazi pubblicitari di Google, non rende.
Secondo l’ufficio studi dell’irlandese PageFair, nei prossimi cinque anni aumenteranno esponenzialmente gli utenti web che usano programmi per bloccare la visualizzazione delle pubblicità sui siti. Lo scorso anno, questi software sono stati installati su 600 milioni di dispositivi. La pubblicità tradizionale dà sempre più fastidio a un numero crescente di utenti.
Bisogna dunque produrre contenuti utili e interessanti per i nostri “follower”. Bisogna ragionare come se fossimo un giornale. Dobbiamo creare video formativi, dobbiamo emozionare, informare, essere utili ai nostri futuri clienti. Ce ne saranno grati.
Le grandi aziende stanno seguendo questa strada. Assumono giornalisti per trovare i contenuti attraenti e si creano un’identità di impresa sul web. Così ha fatto Eni. O Mediolanum, che ha compiuto un’operazione simile, con la creazione del magazine online Centodieci. E poi Prenatal, Enel, Havana Club, giusto per citare alcuni esempi famosi.
Io l’ho fatto per la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, per importanti strutture ospedaliere, ma anche per liberi professionisti e PMI: i video più efficaci parlano del nostro business e, allo stesso tempo, offrono un servizio utile (un’informazione, una notizia, una soluzione) al nostro pubblico digitale.
Alcune tipologie di video che funzionano: possiamo realizzare un tutorial. Possiamo girare una clip col seguente titolo: Come fare a scegliere un consulente finanziario.
Oppure: Cosa devo sapere prima di aprire un conto in banca? Si tratta di informazioni che attestano la nostra competenza nel settore di appartenenza e allo stesso tempo attraggono visibilità e pubblico. Naturalmente le informazioni che rilasciamo in questi video devono corrispondere al vero e dimostrare che siamo realmente bravi nel nostro mestiere.
Questi prodotti attrarranno e coinvolgeranno chi è del nostro stesso settore, e verremo considerati un punto di riferimento dalla comunità di riferimento. Alimenteranno la curiosità di chi ruota attorno alla nostra professione, permettendo di accreditarci come fonte autorevole.
Un altro esempio: possiamo raccontare gli eventi che ruotano attorno alla nostra professione. Ma dobbiamo farlo in maniera inaspettata e originale, usando un linguaggio semplice e soprattutto raccontando un concetto alla volta in ogni video.
Se programmiamo un salotto finanziario per parlare di bitcoin e spread, sarebbe opportuno realizzare due video, uno per tema.
Se vogliamo sfruttare al massimo l’evento, sarebbe opportuno produrre più di un video per argomento. In questo modo avremo materiale per prolungare l’attenzione sul nostro operato anche una volta terminata la serata.
Un meraviglioso evento, se non viene comunicato bene, non esiste. Un evento mediocre, se comunicato bene, ha lo stesso effetto di dieci meravigliosi eventi.
Coinvolgere i clienti è un altro ottimo esempio di utilizzo intelligente dei social. Raccontare come abbiamo risolto i problemi delle persone a cui offriamo i nostri servizi è la maniera migliore per aumentare la nostra reputazione online.
Tecnicamente, cosa serve per fare un buon video?
Su internet vince la professionalità. Il montaggio deve essere accurato, i tempi serrati, le immagini curate e “pensate”. Un video ben fatto aumenta la nostra autorevolezza, persuade i potenziali clienti.
Le basi di un ottimo video prevedono l’utilizzo di:
• Un microfono – l’audio è fondamentale ma rimane il fattore più trascurato da chi realizza video. Un video con un ottimo audio indica professionalità, autorevolezza, e aiuta a tenere alta l’attenzione del pubblico.
• Videocamera con display orientabile – se decidiamo di produrre i nostri video in autonomia, la telecamera dovrà avere un display che ci permetta di vedere la nostra immagine mentre registriamo
• Treppiede – permette di girare in autonomia alzando la nostra videocamera fino all’altezza desiderata
• Buona illuminazione – un bellissimo discorso davanti alla telecamera non viene neanche ascoltato se il soggetto non è ben illuminato. Saremo inevitabilmente attratti dalle orribili ombre che le luci poco curate proietteranno sul volto. Il linguaggio viene prima del contenuto.
• Programma di editing – chi gira video lo sa: la post-produzione, cioè il montaggio dei video, è il processo che occupa più tempo. Serve dunque un buon programma di editing che ci permetta di lavorare con facilità e velocemente
Un video ben fatto non serve solo alla nostra community digitale. Possiamo utilizzarlo alle fiere o agli incontri con i clienti. Lo stesso video realizzato per Facebook o Linkedin può, se vogliamo, essere proposto anche per la pubblicità su altri canali.
Proporre dei contenuti utili, interessanti, non esplicitamente pubblicitari, dimostra chi sei e quanto ami quello che fai. Racconta quindi la tua storia, quella dei tuoi prodotti e dei tuoi progetti. Usa le parole e gli strumenti giusti e conquista così nuovi clienti.
Il bello, in tutta questa vicenda, è che puoi sapere esattamente quanto ne è valsa la pena. Internet, infatti, ti consente di controllare in modo preciso come si muovono gli utenti, cosa interessa al tuo pubblico e soprattutto… cosa acquistano. Se i tuoi contenuti sono buoni, potrai fidelizzare il cliente. E la cosa ancora più interessante è che puoi misurare precisamente a quante persone il tuo messaggio è arrivata, tra i quasi 2 miliardi di utenti che troverai su Facebook, LinkedIn, Instagram e, naturalmente, il tuo blog.
Secondo un’indagine effettuata da Doxa per Groupon, il 56% delle piccole e medie imprese italiane afferma di credere nella pubblicità fatta sul web. Ma 4 aziende su 10 non hanno un sito aziendale aggiornato. E soltanto il 50% degli imprenditori crede che internet possa influenzare fortemente i consumatori nel processo d’acquisto di prodotti e servizi. Là dove gli americani sono dei veri maestri, in Italia c’è ancora parecchio da fare. E questa non è che un’opportunità. Per dirla con il proverbio… chi prima arriva meglio alloggia.