Prosegue il dibattito e crescono gli interrogativi sull’impatto di lungo termine della riforma fiscale americana. Cosa succederà?
Il dibattito ferve e gli interrogativi si moltiplicano sull’impatto di lungo termine della riforma fiscale americana. Votata a fine dicembre, ha suscitato nel frattempo non pochi slanci di generosità da parte dei capi azienda americani sotto forma di aumenti salariali, quelli minimi in particolare, premi straordinari ecc …. Da quando è stata ratificata, gli annunci si susseguono!
Dopo Comcast e AT&T, dopo le finanziarie Wells Fargo, Bank of America e Fifth Third Bank, Walmart ha annunciato giovedì un aumento dello stipendio minimo, portandolo da 9 a 11 dollari/ora cui si aggiunge la corresponsione di un premio straordinario che può salire fino a 1000 dollari. Ingenti le somme in ballo: gli aumenti salariali rappresentano 300 milioni di dollari e impatteranno il prossimo esercizio, i premi 400 milioni, imputati invece su quello appena concluso.
Due saranno le conseguenze della ridistribuzione dei vantaggi derivanti dalla riforma fiscale.
Dando maggior potere d’acquisto ai lori dipendenti le aziende stimolano la domanda e reinvestono l’equivalente dei tagli fiscali per far ripartire l’offerta. Due effetti che non mancheranno, a breve, di sostenere la crescita americana.
L’altra conseguenza è relativa all’inflazione. Uno dei prerequisiti per un forte rialzo dei prezzi al consumo è un incremento salariale visibile, quasi del tutto assente finora negli Stati Uniti, nonostante la disoccupazione si attesti al 4%. Oltre all’impatto della digitalizzazione dell’economia sull’inflazione e i salari, va evidenziato il rialzo del salario mediano americano, ovvero di chi ha un’occupazione stabile. Per giunta, grazie ai molti posti di lavoro creati negli ultimi trimestri parecchie persone, che si erano allontanate dal mondo del lavoro da tempo, si sono riaffacciate sul mercato accettando condizioni economiche tutt’altro che generose. Poiché il secondo fenomeno compensa il primo, potremmo avere l’impressione che il costo unitario del lavoro non aumenti.
Ora, la ridistribuzione derivante dal nuovo scenario fiscale interessa, perlopiù, i salari più bassi. Coloro che si sono di recente reinseriti sul mercato del lavoro a condizioni penalizzanti registreranno un aumento significativo dei loro redditi. Il passaggio da 9 a 11 dollari del salario orario minimo in Walmart corrisponde a un rialzo del 22%. L’effetto forbice potrebbe avere una grande portata, amplificando i salari e – meccanicamente – l’inflazione.
Si giustifica così uno dei nostri principali focus per il 2018: un’inflazione sottostimata che potrebbe accelerare più velocemente del previsto e provocare una reazione aggressiva delle banche centrali. I mercati continuano ad anticipare due soli rialzi della Fed nel 2018 mentre quest’ultima ne annuncia tre. Non è escluso, se si dovessero materializzare i fenomeni descritti, che i rialzi siano poi quattro … e nemmeno che il processo di normalizzazione della banca centrale si prolunghi oltre il 2019.
A cura di Olivier De Berranger, chief investment officer di La Financière de l’Echiquier