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Economia e Dintorni

Scenari di recessione: le sfide e i focus del 2023

Una serie di complessi problemi pesa gravemente sulle spalle del mondo. Se il 2022 ha messo a dura prova le certezze di mercati e investitori, scenari di recessione sono già all’orizzonte. Un nodo gordiano di sfide preoccupa e minaccia la tenuta delle economie globali. La guerra in Ucraina, i prezzi alimentari ed energetici, l’inflazione, la recessione incombente, la transizione verso le energie rinnovabili e l’incertezza circa il percorso post-pandemico, sono le principali sfide da affrontare a livello mondiale.

Le economie avanzate si stanno dirigendo verso una recessione? Con una differenza significativa tra i paesi, è probabile che la crescita globale rallenterà sino al +1,4% nel 2023 per poi riprendersi modestamente, al +2,8% nel 2024.

Economia globale: una crescita lenta davanti

In una sorta di effetto domino, una crisi in un’area sembra innescarne una in un’altra. Quella che sembra essere una crisi continua, è stata definita, permacrisis, neologismo che deriva dalla fusione dei termini “perma” (da permanent) e “crisis“.

Il vocabolo assume il significato di crisi permanente, “un lungo periodo di instabilità e incertezza”, qualcosa che il famoso filosofo francese Edgar Morin descriveva come “crisi intrecciate e sovrapposte”, che rappresentavano la “complessa interconnessione di problemi, antagonismi, crisi, processi incontrollati con la crisi generale del pianeta”. Il mondo sta navigando attraverso rischi sistemici che hanno il potenziale per rendere questo decennio un periodo di incertezza e fragilità.

In che modo l’Europa, centro della crisi energetica, saprà fronteggiare le sue sfide? Questo dipenderà da come gli accadimenti si svilupperanno nella loro complessità e interconnessione. Certamente in futuro l’Europa dovrà trovare soluzioni per la riprogettazione dei mercati energetici nazionali e la compatibilità di diverse infrastrutture energetiche. Sarà anche essenziale ridimensionare gli investimenti nelle infrastrutture di energia rinnovabile e alternative. Ma questo richiederà tempo. Mitigare l’impatto della crisi energetica richiede una risposta coordinata alla politica fiscale, sin da ora.

La guerra e le conseguenze in un mondo frammentato

La guerra in Ucraina ha segnalato il ritorno del rischio geopolitico. In Europa, le implicazioni politiche ed economiche che ne sono derivate, sembrano destinate a dominare il dibattito e a orientare le decisioni dei Governi. La crisi energetica minaccia di diventare una crisi politica se l’UE non risponde in modo corale e coordinato.

“Prevediamo che un terzo dell’economia mondiale sarà in recessione”, ha affermato l’amministratore delegato del Fondo monetario internazionale (FMI), Kristalina Georgieva. Il nuovo anno sarà “più duro dell’anno che ci lasciamo alle spalle”. “Perché? Perché le tre grandi economie – Stati Uniti, UE e Cina – stanno rallentando simultaneamente”.

La volatilità derivante dai fattori macroeconomici e geopolitici ha dominato lo scenario economico. La chiave di lettura del 2022 è stata “inflazione”. Il persistente rally inflazionistico, ha costretto molte banche centrali ad aumentare i tassi di interesse, adottando politiche monetarie aggressive. Ciò ha portato naturalmente alla debolezza dei mercati obbligazionari, ma ha impattato anche sulle performance dei mercati azionari, in quanto la pressione al ribasso sulle valutazioni ha più che compensato la continua crescita degli utili.

Le obbligazioni hanno scontato gli effetti dei problemi macroeconomici e ora appaiono sempre più attraenti. La svendita del mercato azionario ha lasciato alcuni titoli con un forte potenziale di guadagno, scambiati a valutazioni molto basse. Se il tasso dell’inflazione rallenterà la propria crescita e, contestualmente, le banche centrali allenteranno le proprie misure interrompendo il ciclo dei rialzi, le recessioni, laddove si verificheranno, saranno probabilmente modeste.  

Cosa aspettarci dal 2023?

Il 2023 sarà un anno di prova. Un test per verificare se un nuovo inizio è davvero possibile. Vi sono molte ragioni per cui gli investitori potrebbero voler rimanere cauti nel 2023: una curva dei rendimenti invertita, un potenziale di recessione, una Fed aggressiva, una guerra in Europa e una tendenza al ribasso delle revisioni degli utili. A questo mix si aggiunge la continua incertezza sul futuro tasso di inflazione.

La scelta migliore per il 2023? Quella di un portafoglio diversificato. Il modello tradizionale con una proporzione del 60/40 tra azioni e obbligazioni, potrebbe tornare ad essere la scelta vincente. Contestualmente le azioni dei mercati emergenti mostrano il potenziale per essere un territorio sovraperformante, a condizione che il dollaro USA continui a indebolirsi rispetto ad altre valute.

Se le prospettive rimangono complesse, vi sono opportunità per generare rendimenti a lungo termine. Bilanciare le prospettive di lungo periodo con i rischi di breve, sia in termini di duration che di esposizione azionaria, è la sfida a cui è bene non sottrarsi.

I principali focus del 2023. Possibili scenari

Le prime immagini del 2023 fotografano una situazione globalmente incerta dove l’attenzione è puntata sul conflitto in Ucraina. Ma le variabili in gioco sono molte.

Guerra Ucraina: i prezzi dell’energia, l’inflazione, i tassi di interesse, la crescita economica, la penuria di generi alimentari dipenderanno dall’evoluzione del conflitto nei prossimi mesi. Le catene di approvvigionamento potrebbero rimanere bloccate, mentre si rafforza il sostegno dell’Occidente.

Scenari di recessione: lo snodo cruciale è inflazione-crescita in funzione delle politiche delle banche centrali e dei governi. La crescita mondiale è prevista intorno al 2% ma stanno emergendo segnali incoraggianti, come i dati dei prezzi delle materie prime e dell’energia e, conseguentemente, l’effetto delle politiche monetarie più restrittive sulla domanda interna.

La decelerazione dell’inflazione è attesa e verosimile – negli Stati Uniti la FED potrebbe aver già concluso il suo lavoro mentre per la BCE sembra ancora prematuro una netta inversione di rotta-. Sebben con maggiore ritardo rispetto agli Stati Uniti, in Europa, si stima un tasso di inflazione alla fine dell’anno intorno al 4%.

Clima: La guerra in Ucraina ha sconvolto i mercati dell’energia. Quasi un anno dopo l’invasione della Russia, valutare l’impatto sull’industria petrolifera e gli obiettivi sui gas serra non è così semplice. La guerra ucraina accelererà il passaggio alle rinnovabili e anche lo sviluppo delle tecnologie legate all’idrogeno e della fusione.

Cina: l’India strapperà il primato di nazione più popolosa alla Cina, con 1,43 miliardi di persone sul territorio indiano. Sotto la crescente pressione economica e politica, la Cina ha raggiunto il suo apice? Per la prima volta in 40 anni, la crescita del Paese subirà una pesante battuta d’arresto. Probabilmente pari o inferiore alla crescita globale. Senza dubbio la Cina sarà l’osservato speciale del 2023.

America: Attualmente si discute molto su come si comporterà l’economia statunitense nel 2023. Ma la maggior parte degli economisti sembra essere concorde nello stimare che la crescita economica sarà lenta e l’inflazione scenderà dai livelli raggiunti nel 2022.

Anche il mercato del lavoro, particolarmente caldo negli ultimi anni, comincerà a raffreddarsi. Tuttavia, un’inflazione globale elevata, una crescita più lenta in Cina e un mercato immobiliare interno in contenimento, rappresentano le principali minacce per il futuro del Paese.

Imprese: Quale potrebbe essere lo scenario per le imprese, dal momento che l’impatto dello shock energetico non si è ancora verificato pienamente? Vi sono i presupposti perché ci sia spazio per una contrazione dopo i profitti record del 2021?