La rivoluzione tecnologica, i mutamenti demografici, il boom del Fintech, la diffusione dell’educazione finanziaria sono tutti trend da capire e interpretare al meglio per poter effettuare sul mercato delle scelte d’investimento sagge. E di conseguenza, fornire agli investitori consigli vincenti anche e soprattutto in un’ottica di lungo periodo
Nell’intervista il manager Fidelity Schinaia riflette sul tema dell’evolving economy
“Da sempre il mondo viene plasmato da cambiamenti strutturali che costituiscono i principali motori della crescita economica”, esordisce così Cosmo Schinaia, Country Head per l’Italia di Fidelity International, nell’intervista rilasciata in esclusiva a MyAdvice. La chiacchierata con il manager offre spunti davvero illuminanti sui tempi che corrono, su quanto è importante stare al passo con i nuovi trend globali e anticiparli se possibile. Un inno razionale al cambiamento. E a ciò che ne consegue.
Siamo in un’era di grandi trasformazioni tecnologiche e sociali. Quali possono essere i trend e come vi ponete in Fidelity di fronte a uno scenario così dinamico?
“Da sempre il mondo viene plasmato da cambiamenti strutturali che costituiscono i principali motori della crescita economica e che se individuati con anticipo e integrati in modo efficiente dalle aziende nei propri business, possono trasformarsi in tendenze di lungo periodo a vantaggio anche degli investitori. Alla luce di ciò, alcuni dei trend globali di lungo periodo più interessanti da noi individuati riguardano i cambiamenti demografici, l’innovazione tecnologica, lo spostamento dell’asse economico da Ovest a Est e la crescita sostenibile attraverso una gestione efficiente di acqua e rifiuti. Fidelity International si trova in una posizione eccellente per comprendere a fondo i principali temi e individuare le aziende più promettenti nel lungo periodo grazie all’ampia piattaforma di ricerca proprietaria globale di cui dispone e agli oltre 400 analisti e portfolio manager, dislocati in tutto il mondo. In questo modo è in grado di creare soluzioni di investimento che offrono opportunità di rendimento interessanti e decorrelate dai movimenti di mercato di breve periodo”.
Cosa pensate di questa ondata d’innovazione che sta investendo tutti i settori a livello globale? Come sta cambiando anche la finanza?
“Rispetto a trent’anni fa, molto è cambiato nel settore tecnologico. Quella che negli anni ’90 era definita “new economy” è l’economia consolidata di oggi. In quegli anni, infatti, il settore era rappresentato principalmente dalle imprese che operavano su internet, mentre oggi la digitalizzazione è qualcosa in cui tutti i settori stanno investendo e di cui non si può fare a meno. Automazione, intelligenza artificiale e analisi dei big data stanno rivoluzionando i mercati. Il che implica che, benché negli ultimi anni gli investitori si siano concentrati in modo sproporzionato sui nomi più grandi della tecnologia (i cosiddetti FAANG), le opportunità di investimento sono molto più ampie. Stiamo ad esempio assistendo a una crescita esponenziale degli investimenti nelle capacità dei centri dati e nello sviluppo della tecnologia 5G, senza la quale non sarebbero possibili numerose innovazioni legate all’intelligenza artificiale come ad esempio i veicoli a guida autonoma. Anche nel settore finanziario l’innovazione tecnologica ha fatto passi da gigante, ma a nostro avviso deve essere vista come un supporto al lavoro del consulente finanziario, la cui figura deve rimanere centrale nella relazione con il cliente”.
Pensate che ci siano opportunità interessanti da sfruttare sui mercati analizzando e anticipando quello che sarà il tessuto sociale futuro?
“I cambiamenti demografici in atto a livello globale stanno impattando in modo importante su molti settori dell’economia mondiale, quali ad esempio quello della sanità e dell’ambiente. Vediamo, infatti, una popolazione che sta invecchiando ma che vive più a lungo a fronte di un sistema sanitario che vede una minore presenza di personale medico. In questo ambito, ad esempio, aziende che sviluppano soluzioni innovative di intelligenza artificiale e robotica applicabili al settore sanitario possono rappresentare opportunità di investimento di lungo periodo interessanti. Ulteriori opportunità sono poi offerte dal costante incremento dell’urbanizzazione, con particolare riferimento ai paesi emergenti, e dall’aumento esponenziale dei consumi a livello globale grazie a una crescente classe media, fattori che portano con sé una serie di questioni legate a temi quali ad esempio la gestione dell’acqua e dei rifiuti. Le aziende che operano in questi due settori sono dunque chiamate a sviluppare non solo soluzioni intelligenti per un utilizzo più efficiente delle risorse, ma anche modalità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, con potenzialità di crescita importanti”.
Al netto della digitalizzazione, una consulenza veramente evoluta dovrebbe sempre mettere al centro le persone. Quanto conta oggi e quanto conterà domani per voi il fattore umano?
“Il capitale umano rimane primario nella nostra visione dell’industria. Nell’attuale scenario, l’industria del risparmio gestito deve tornare al concetto primario di risparmio, dove al centro ci sono gli investitori e i loro obiettivi. In questo contesto, la figura del consulente finanziario e il suo ruolo di guida per i clienti sarà sempre più importante. In periodi di elevata volatilità può capitare, infatti, che gli investitori si trovino a fare errori comuni spesso dettati dall’emotività di breve periodo. Il professionista del risparmio dovrà sempre più dimostrare la conoscenza degli strumenti di investimento presenti sul mercato, ed essere in grado di individuare le soluzioni più in linea con gli obiettivi dei suoi clienti, al fine di aiutarli a evitare tali errori e far sì che il cliente possa percepire come positiva un’esperienza di investimento, anche di fronte a una performance negativa dei mercati”.
L’educazione finanziaria in Italia si attesta ancora su livelli bassi. Quanto aiuterebbe la conoscenza nell’accrescere la sensibilità dei cittadini verso il risparmio gestito?
“Mercati sempre più complessi e l’ampia offerta di prodotti di investimento disponibili possono essere fuorvianti per i risparmiatori nell’individuazione della soluzione più adatta. Per questo riteniamo occorra cercare di ricondurre la complessità dei mercati a un approccio più semplice e razionalizzare l’offerta sulla base di quelli che sono i bisogni principali del cliente: crescita del capitale, reddito costante e stabilità. Soluzioni costruite su esigenze concrete tendono, infatti, a essere più facili da comprendere. L’industria del risparmio gestito ricopre, dunque, un ruolo chiave in tema di educazione finanziaria, su cui è necessario continuare a lavorare. Fidelity in questo ambito è attiva da sempre e, negli ultimi anni, ha potenziato in modo importante le iniziative di formazione, sia nei confronti dei professionisti del risparmio, per aiutarli a gestire al meglio le sfide e l’emotività a cui i loro clienti si trovano a far fronte, sia nei confronti del cliente finale. A mio avviso, tuttavia, un input importante dovrebbe arrivare dalle istituzioni attraverso iniziative e provvedimenti volti a integrare l’educazione finanziaria nei cicli scolastici, come già avviene in numerosi paesi europei”.