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Economia e Dintorni Il caso della settimana

Siccità e cambiamenti climatici: le conseguenze su economia e salute

La siccità sta mettendo a dura prova l’Italia da Nord a Sud. Soprattutto negli ultimi giorni la situazione sembra sia in peggioramento tanto da costringere i presidenti di diverse regioni della Penisola a chiedere lo stato di emergenza. In alcune aree, poi – soprattutto quelle del Po, da Piemonte a Lombardia a Emilia-Romagna – sono già partiti i razionamenti e le raccomandazioni volte ad evitare gli sprechi.

Un’altra richiesta dei rappresentanti regionali è quella di mettere a disposizione anche le risorse del PNRR per la creazione di nuovi invasi e far fronte così all’allarme siccità che dal Nord Italia si sta allargando a gran parte della Penisola italiana. In diversi territori si stanno predisponendo anche accordi con le aziende energetiche per l’aumento dell’uso delle acque lacustri indirizzate a usi agricoli o umani.

Le diverse forze politiche, inoltre, hanno chiesto che il governo Draghi vari un provvedimento che contenga le prime misure per la riduzione degli sprechi. Il cosiddetto “Decreto siccità” è atteso per la fine di giugno e potrebbe portare ad uno stop della distribuzione dell’acqua durante la notte oppure al divieto di riempire le piscine.

Siccità: qual è la situazione in Italia? Qualche dato

Per dare un’idea di quanto sta attualmente avvenendo, il livello idrometrico del fiume Po è sceso a -3,7 metri (uno dei livelli più bassi da almeno 70 anni). A preoccupare è anche l’avanzare del cuneo salino, ossia il movimento di acqua dal mare verso l’entroterra attraverso il sottosuolo. Dal monitoraggio della Coldiretti si evidenzia che è in sofferenza anche il Lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7%, così come il Lago di Como (al 30,6%).

“In alcune zone di Piemonte e Lombardia non piove da quasi tre mesi e in certi paesi si ricorre alle autobotti per l’uso civile” – precisa la Coldiretti. Anche sui ghiacciai del Trentino è stata misurata una quantità di neve compresa tra il 50% e il 60% rispetto al valore medio degli ultimi decenni.

Siccità in Italia: gli effetti sulla produzione agricola

Ancora la Coldiretti rileva che, sempre nel bacino padano, a causa della siccità si prevede oltre il 30% in meno della produzione agricola nazionale con un impatto a cascata anche sull’allevamento. La siccità, infatti, sta colpendo tutti i raccolti, dal grano (-15%) agli altri cereali (girasole e mais) in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione, soprattutto per far fronte alle riduzioni o alle minacce di blocchi d’importazione dovuti alla guerra in Ucraina.

Con il picco del caldo e la siccità diffusa in molte città, si rischia di aumentare la dipendenza dall’estero. Non si deve dimenticare che l’Italia importa il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti e dolci, il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell’orzo. Tale situazione critica ha determinato un necessario cambiamento nelle scelte di coltivazione sul territorio, con un calo stimato di 10.000 ettari delle semine di riso (che necessita di più acqua) a favore della soia, con un impatto economico, occupazionale ma anche ambientale. Preoccupante è anche la situazione relativa ai foraggi per l’alimentazione degli animali e agli ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere.

Siccità in Italia: le conseguenze sui costi dei prodotti agroalimentari

La siccità di cui è vittima l’Italia – in un 2022 caratterizzato fino a questo momento da un tasso di precipitazioni nettamente dimezzato – sta avendo ripercussioni anche sul fronte dei costi dell’agricoltura con un loro incremento che oscilla dal 30% al 40%, unito ad una generale diminuzione della disponibilità dei prodotti agroalimentari del 20-30% rispetto agli anni precedenti.

Questi dati emergono dal recente report dell’Osservatorio del Centro Agroalimentare di Roma (CAR), che ha analizzato le più immediate conseguenze economiche dovute alla stretta della siccità. Tra le criticità rilevate dall’Osservatorio c’è anche la questione dell’irrigazione: con l’arrivo anticipato della primavera, i produttori hanno dovuto modificare i turni di irrigazione (prima ogni tre giorni), aumentandone la frequenza.

Siccità e cambiamento climatico: le ripercussioni sulla vita e la salute degli individui

La siccità avanza a ritmi sempre più veloci e non sta stravolgendo solo interi ecosistemi e cambiando il volto dei paesaggi terrestri. Il fenomeno, provocato dalla crisi climatica, sta avendo un pesante impatto anche sulla vita degli abitanti del nostro Pianeta. Dal 1900 al 2022 – secondo un recente report realizzato dall’ONU – la siccità ha causato la morte di oltre 10 milioni di persone. Il continente più colpito è l’Africa, ma la crescita del tasso di desertificazione inizia a destare grande preoccupazione anche in Europa, in particolare nei Paesi del Mediterraneo come l’Italia. Recentemente, infatti, si sta osservando come quest’area sia una delle più vulnerabili a causa dei cambiamenti climatici.

Le conseguenze potrebbero avere effetti catastrofici, non solo sulla biodiversità ma anche sulla salute delle persone. Secondo il report del WWF “Malattie trasmissibili e cambiamento climatico”, i danni diretti e indiretti sulla salute dell’uomo sono il risultato da un lato di condizioni meteorologiche sempre più estreme (ondate di calore, siccità, tempeste e inondazioni); dall’altro dell’inquinamento atmosferico, di acqua e cibi sempre più contaminati o di malattie trasmesse da vettori come zanzare e zecche.

Tutti questi impatti dannosi interagiscono con fattori socioeconomici e biologici – tra i quali: il benessere mentale, l’aumento dei conflitti, il danneggiamento e la distruzione di abitazioni e terreni agricoli o le migrazioni forzate – per cui la salute delle persone più vulnerabili, emarginate e svantaggiate tende ad essere danneggiata per prima e in modo più grave.