Intervista all’esperto Panebianco di PwC con focus sugli investimenti sostenibili
“La finanza sostenibile rende più della media, ora spetta ai consulenti integrare sempre più l’Esg nei portafogli dei loro clienti“. È questo in sintesi il messaggio lanciato dall’esperto Mauro Panebianco, partner at PwC, nell’intervista rilasciata a ProfessioneFinanza sulla ricerca “Finanza Sostenibile – L’evoluzione del quadro normativo europeo per favorire la transizione alla green economy e gli impatti per gli Intermediari Finanziari”, curata proprio dalla società internazionale di consulenza.
Qual è la situazione della finanza sostenibile in questo momento, anche guardando il vostro report?
“Oggi gli investimenti sostenibili garantiscono, nel lungo periodo, prospettive di crescita e profittabilità sopra la media. Non si limitano a seguire il mercato ma possono anche guidare verso un’evoluzione del mondo più fair. Se aumentano gli investimenti in energie rinnovabili, ci sarà più possibilità di produrre energia pulita a costi inferiori rispetto a quella prodotta dai fossili. Si parla quindi di win-win: win per l’investitore che punta su un settore a minor rischio e con maggiori profitti, win per la società che giova di un’energia più salubre e a costi minori. Lo studio poi mostra l’evoluzione dell’importanza dell’investimento sostenibile nelle scelte finanziarie dei clienti ed educa l’operatore finanziario ai futuri cambiamenti normativi che comporteranno una revisione degli attuali sistemi di distribuzione al fine di comprendere l’analisi della sostenibilità del portafoglio”.
Cosa cambierà per i consulenti, anche con la possibile spinta legislativa dell’Europa?
“Con le modifiche proposte per la revisione della MiFID II in ottica di sostenibilità è richiesta l’inclusione delle considerazioni Esg nella consulenza finanziaria. Ciò si traduce con un obbligo per gli intermediari che dovranno, perciò, chiedere ai propri clienti, oltre alle informazioni prettamente finanziarie, anche le loro preferenze ambientali, sociali e di governance e considerarle per valutare l’adeguatezza della proposta di investimento più adatta. Poi sarà necessario evitare che il riferimento ai criteri Esg rimanga un concetto vago senza legami sostanziali con i rendimenti degli investimenti e, quindi, facile da scartare come opportunità. E che ci sia maggiore formazione e consapevolezza sul tema, sia per gli investitori che per gli stessi consulenti”.