Continuano le scorribande nel governo: investitori in fuga, spread in salita
Lo spread vola ai massimi da dicembre a 291,7 punti base, poi chiude sotto la soglia dei 290. Secondo gli analisti, il balzo dipende dalla minaccia di Salvini di sfondare il tetto del 3% del deficit. “Il nervosismo dei mercati è comprensibile alla vigilia delle europee, ma ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica sono quelli del Def”, dice Tria. Ed è duello sull’Iva, intanto, nel governo.
“Non aumentarla sarà una impresa difficile”, dice Conte, che poi assicura: “Ma ci riusciremo”. Ma Salvini: “Non aumenterà”. E infine Luigi Di Maio: “Non voteremo mai una legge di bilancio che farà aumentare il debito pubblico”. “Dopo il 26 maggio inizierà il lavoro sulla legge di bilancio, serve responsabilità, da lì fino a dicembre dobbiamo trovare soldi per non aumentare l’Iva che non aumenterà”. La bagarre elettorale in vista delle europee di fine maggio non si arresta e a farne le spese è l’economia italiana. Sono le parole di Matteo Salvini ad aver provocato il balzo dello spread degli ultimi due giorni fino a sfiorare, quota 290. Lo dicono due report, uno di Unicredit e l’altro di Mps. Poi c’è stato il botta e risposta a distanza sull’aumento dell’Iva tra Conte, Salvini e Tria. L’unica cosa chiara, su cui la maggioranza concorda, è che sarà attuato un programma di spending review. Con quello si cercherà di evitare l’aumento dell’aliquota al 23%.
Intanto in giornata lo spread, almeno al momento in cui stiamo scrivendo, è sceso a 281. Ma il valore è pronto a schizzare in alto al primo accenno di bagarre. Da qui al 26 maggio saranno giorni caldissimi per l’Italia. Dopo il voto, in base ai risultati, si potrebbero aprire nuovi scenari. Con l’auspicio che ritorni a salire la fiducia verso il Bel Paese.