La domanda per i titoli di Stato italiani resta tonica e, anzi, aumenta ulteriormente rispetto alle aste di fine 2010. L’indicazione emerge alla fine del collocamento con cui il Tesoro ha collocato 10,5 miliardi di euro di BoT semestrali e CTz ricevendo dagli operatori richieste complessive per oltre 19,4 miliardi di euro.
DOMANDA E TITOLI DI STATO. Il clima di maggiore serenita’ presente sui mercati, favorisce gli acquisti dei bond dei Paesi periferici che in questi giorni stanno riguadagnando terreno rispetto i titoli di Stato dei Paesi con rating piu’ alti, Germania in testa. In flessione i rendimenti. L’asta di oggi conferma il consistente appetito del mercato per la carta italiana".
Oggi il rapporto tra domanda e offerta ha raggiunto picchi che non si vedevano da diversi mesi a questa parte toccando, rispettivamente, l’1,82 per i BoT a 6 mesi e l’1,97 per i CTz. Questo incremento e’ legato principalmente al clima di maggiore serenita’ che si respira sui mercati: "Non a caso gli spread tra la Germania e i Paesi periferici dell’Eurozona si sono ridotti in misura sensibile negli ultimi giorni.
Gli investitori hanno ripreso fiducia e sono tornati gli acquisti sui bond di Paesi come Spagna, Portogallo e Irlanda. Anche l’Italia ne ha beneficiato, pur non avendo una posizione assimilabile a quella di questi altri partner europei". Sul mercato, aggiunge un operatore, in molti stanno scegliendo di mettere in portafoglio bond che "offrono margini di guadagno maggiore rispetto alle ridotte remunerazioni garantite dai titoli con la tripla A", come la Germania.
ASTA TITOLI. Non e’ un caso se oggi l’asta dei Bund a 30 anni e’ stata un flop, con una domanda che non ha coperto per intero l’importo offerto dall’agenzia tedesca per il debito pubblico. A fronte dei 2 miliardi offerti sulla scadenza 2042 la domanda ha raggiunto a malapena 1,9 miliardi mentre l’importo collocato effettivamente e’ stato solamente di 1,6 miliardi di euro.
"L’asta e’ in linea con gli ultimi collocamento del Bund a 30 anni che, anche ad aprile e a luglio, era andate tecnicamente scoperte". L’esito insoddisfacente dell’asta tedesca, aggiunge, potrebbe anche essere "la conseguenza del fatto che il segmento a 30 anni e’ di fatto poco attraente in questo momento di mercato" e, infatti, la parte lunga della curva tedesca e’ rimasta sotto pressione anche dopo la fine dell’asta. Venerdi’ prossimo tocchera’ all’Italia presentarsi sul segmento lungo della curva: il prossimo 28 gennaio, infatti, il Tesoro offrira’ in asta BTp a 3 e 10 anni e CcT triennali per massimi 8,25 miliardi di euro.