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Economia e Dintorni

TREMONTI E LA REGOLAMENTAZIONE DEI DERIVATI

Continua il pressing di Giulio Tremonti sui derivati. Ieri il ministro dell’Economia è tornato a chiedere una regolamentazione internazionale che limiti i rischi sugli strumenti finanziari. «Si possono fare tutte le regole, sulla dimensione delle banche, sul capitale delle banche, sulle tasse per alimentare fondi contro i rischi di collasso delle banche», ha spiegato Tremonti, intervenendo alla festa annuale della Guardia di Finanza. «Possiamo limitare la leva finanziaria o centralizzare o regolare il mercato dei derivati. È tutto necessario, ma non è ancora sufficiente, se permane la libertà, anzi l’anarchia, sui contratti derivati», ha incalzato il ministro. Secondo Tremonti mancherebbe ancora il divieto di fabbricare prodotti che mettono in circolazione guadagni non ancora realizzati.

La mossa sarebbe necessaria per neutralizzare la mole diffinanza che incombe sull’economia reale e che, secondo il ministro, potrebbe causare il collasso. «Per tornare a essere sicuri», ha insistito ieri, «si deve fare una regola contabile che impedisca prima di creare, e poi di mettere in circolo una ricchezza futura che non c’è, se non per chi specula». Per ogni transazione reale, ha ricordato poi il ministro, «c’è un multiplo altissimo, potenzialmente illimitato, di transazioni finanziarie, transazioni che prendono la forma speculativa dei contratti derivati e delle relative varianti.  Oggi, sul mercato, il valore nozionale dei derivati over the counter è pari a circa 12 volte il valore del Pil mondiale. Esattamente come prima del crollo delle piramidi bancarie, nell’autunno del 2008».

Insomma, «la massa della finanza è cresciuta, e cresce ancora a dismisura e fine a sé stessa e incombe sull’economia reale, nella forma immanente e permanente tipica del rischio sistemico», ha concluso Tremonti. Le posizioni del ministro sono condivise indirettamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, che in una lettera al premier canadese Stephen Harper in vista del G20 di Toronto, hanno osservato che «le turbolenze recenti mostrano che resta molto da fare per assicurare la stabilità.