Il commissario europeo Rehn esclude che al momento l’Italia abbia bisogno di una manovra aggiuntiva
ECONOMIA E PROMOZIONI. A fermare la girandola di voci e allusioni sulla necessità di una manovra aggiuntiva per centrare l’obiettivo dei conti pubblici in Italia è l’Europa. L’Italia al momento non ha bisogno di una manovra aggiuntiva, “ne’ adesso ne’ nell’esercizio successivo, purché crescita ed entrate vadano come previsto”, ha detto il Commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn. “E’ stato appena approvato il Bilancio per il 2011, che e’ compatibile con gli obiettivi fiscali per l’anno prossimo e il criterio del disavanzo del 3 per cento del Pil nel 2012. Secondo noi non si renderanno necessari nuovi interventi ora, ma al tempo stesso sara’ necessario un monitoraggio rigoroso sul lato della spesa e delle entrate e la verifica che siano rispettate le previsioni di crescita”. Le allusioni nascevano dalle discrepanze nelle previsioni sul quadro macroeconomico dell’Ue da una parte e del governo dall’altra. Discrepanze che Rehn definisce normali. E con queste rassicurazioni sui conti pubblici Tremonti incassa dall’Europa l’ennesima conferma che l’Italia ha ben gestito la crisi e che la situazione è meno deteriorata che altrove.
L’occasione di tali riflessioni è fornita dall’audizione congiunta tenuta alla Camera dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in merito alla riforma della governance economica europea. Tremonti dichiara finita l’era in cui si utilizzava la spesa pubblica per creare consenso politico. Stop al deficit-spending. Ritorna a d auspicare che nella revisione del regole del patto di stabilità e crescita si considerino anche altri fattori oltre al debito pubblico. "L’Italia – ha detto Rehn – ha fatto fronte relativamente bene alla crisi: entro il 2012 le nostre previsioni d’autunno ci dicono che dovrebbe tornare a tassi di crescita precedenti alla crisi. Il governo italiano – ha aggiunto – ha mantenuto una posizione fiscale prudente per prevenire eventuali percezioni dei mercati rispetto al rischio Italia". E ancora: "L’Italia grazie al settore bancario relativamente solido e al debito privato relativamente basso e’ riuscita a evitare insorgere di grandi squilibri esterni".