Una teoria suggestiva ma molto pratica suggerisce un’imminente crollo dei mercati finanziari. tutti i segreti dello Hindenburg Omen. Il suo funzionamento e le sue previsioni nel passato. Ma anche tante critiche.
IL NOME – Più leggero dell’aria stessa, lo zeppelin Hindenburg nel maggio del 1937 fluttuava nei cieli verso il suo inesorabile destino. In un solo istante le fiamme distrussero la grande nave volante e in tutti noi, oggi, rimane scolpita nella mente l’immagine dell’aeronave avvolta da quelle enormi lingue di fuoco. Da quel fatidico giorno, la semplice menzione di Hindeburg porta con sé un senso di cattivo presagio, di un oscuro disegno, e di un’ inquietante prossima sventura.
Ma tutto questo che cosa centra con il mondo della finanza ? Nel mese di agosto l’“Hinderburg Omen “ è stato il vero e indiscusso protagonista, un vero tormentone estivo sui blog e sulla carta stampata specializzata. Quel minaccioso nome nasconde veramente un oscuro e imminente presagio ? Comunque sembra, essere di moda in prossimità dell’autunno, che qualcuno sforni dal cilindro qualche teoria più o meno strampalata, per avvertire noi comuni mortali di un imminente e devastante crollo del mercato azionario.
È anche vero e lo vedremo nel proseguo dell’articolo, che i maggiori crash di mercato si sono verificati nei mesi di settembre ed ottobre, ma bisogna stare attenti ad non confondere la ciclicità degli eventi con le teorie esoteriche – astrologiche, che si affacciano di tanto in tanto sul web e sui giornali. Senza voler fare polemica sulle citate teoria , l’Hinderburg Omen poggia, comunque, le sue fondamenta su qualcosa di serio e fondato , sebbene, bisogna dirlo, non staticamente molto rilevante.
IL PROSSIMO CROLLO ? – Ma sveliamo che cosa si nasconde dietro la nuova profezia di un probabile crash del mercato azionario. “L’Hinderburg Omen” è un indicatore tecnico o meglio un particolare pattern del mercato azionario americano (il Nyse), creato attorno agli anni sessanta dal matematico Jim Miekka, segnale che “dovrebbe” essere precursore di un’imminente crash di mercato.
L’INDICATORE – In pratica si tratta di un insieme di parametri che misurano lo stato di salute del mercato azionario, il Nyse . Quando avviene l’allineamento di diversi parametri , la probabilità che si verifichi un crollo dei mercati azionari è più alta del normale. In sostanza l’indicatore misura la contraddizione e l’incertezza, che sussiste in un determinato momento sui mercati azionari.
In condizioni di assoluta “normalità” sui mercati azionari possono accadere una delle due condizioni :
1) O un grande numero di titoli azionari stabilisce nuovi massimi annuali
2) Oppure un grande numero di titoli azionari stabilisce nuovi minimi annuali
Quando il mercato si trova in condizioni “normali” non può accadere che contemporaneamente accadono entrambe i presupposti. Quando il numero di nuovi massimi e nuovi minimi è molto alto, significa che il sentiment di mercato non è uniforme e questa divergenza tra il numero di azioni che stabilisce nuovi massimi e quello che stabilisce nuovi minimi, è foriera di un’imminente crash.
In altre parole, l’assenza di uniformità nel sentiment tra gli investitori crea le condizioni dell’imminente “Hinderburg Omen”, ossia questa divergenza di sentiment porta di solito a forti correzioni o peggio ancora a crash del mercato.
IL PASSATO – Negli ultimi 22 anni i grandi crash dei mercati sono stati anticipati dal verificarsi dell’Hindenbur Omen, dalla crisi del 1987 alla recessione del 1990, dalla crisi asiatica del 1998 al minimo raggiunto il 23 gennaio del 2008.
Si verifica il pattern di mercato Hindeburg Omen quando all’interno di una singola seduta sul Nyse tutte le condizioni si allineano, ossia :
1) Il numero dei titoli che compongono il Nyse che abbiano raggiunto il massimo a 52 settimane e contemporaneamente il numero dei titoli che compongono il Nyse che abbiano raggiunto il minimo a 52 settimane siano entrambi maggiori o uguali al 2,2% del totale dei titoli che compongono il NYSE. (ovvero se il Nyse è composto da 3126 titoli allora ci devono essere nella stessa seduta almeno 69 titoli che hanno fatto i massimi a 52 settimane e altri 69 titoli che hanno fatto i minimi a 52 settimane)
2) La media mobile giornaliera a 10 settimane del Nyse stia salendo.
3) L’oscillatore di McClellan sia negativo. (un indicatore tecnico che misura le fluttuazioni di mercato)
4) Il numero dei titoli che compongono il Nyse che abbiano raggiunto il massimo a 52 settimane non deve superare il doppio dei numero dei titoli che compongono il Nyse che abbiano raggiunto il minimo a 52 settimane.
LE PROBABILITA’ – Quando si verificano tutte le condizioni descritte, allora l’ Hindenburg Omen è confermato, e nei 14 giorni (di borsa aperta) che seguono ci sono rispettivamente
a) Il 77% di probabilità che avvenga un ribasso del 5% (sul NYSE)
b) Il 41% di probabilità che avvenga una seduta con Panic Selling (minimi intraday intorno al 10%)
c) Il 24% di probabilità che avvenga un Crash di mercato (chiusura oltre il -10%)
L’Hindenburg Omen confermato avviene quando nel giro di 36 giorni avvengono 2 Hindenburg Omen.
Ebbene nella giornata del 19-Agosto-2010 si è formato un Hindenburg Omen che ha confermato quello accaduto il 12-Agosto-2010. Infatti i dati si sono tutti confermati. Ci sono state 92 aziende che hanno raggiunto nuovi massimi a 52 settimane e 81 nuovi minimi, ovvero il 2,6 del totale e anche gli altri indicatori hanno dato via libera.
La tabella seguente mostra alcuni titoli azionari che potrebbero aver contribuito ad attivare l’Hinderburg Omen
Aziende ai massimi di 52 settimane
Altria – Tabacco
Chubb – Assicurazione
Consolidato Edison – Elettrico
Deere – Macchine Agricole
McDonald’s – Fast Food
Aziende ai minimi di 52 settimane Settore
Banca America – Banche
Gap – Abbigliamento
Hewlett – Packard Computer
LE CRITICHE – L’Hindenburg Omen ha una probabilità di circa il 25% di precisione nel prevedere i grandi sconvolgimenti sul mercato dal 1987 fino al 2008 . Sicuramente non è un indicatore infallibile anche secondo il suo ideatore, il matematico Jim Miekka , ma forse non è nemmeno tanto irrilevante, più di tanti indicatori strani di analisi tecnica. Sempre in un’intervista il creatore dell’indicatore paragona L’Hindenburg Omen ad una tromba d’aria che precede un tornado. Il matematico spiega : “ Questo non significa, che la conferma di tutti i parametri dell’indicatore, sia foriera sicura di un crollo del mercato azionario, ma le probabilità sono abbastanza elevate, diciamo, che nessun indicatore può prevedere con certezza del 100 % il crash di un mercato , ma questo indicatore ne identifica la possibilità, estremamente probabile”
IL COUNTDOWN – Comunque secondo Omen, Il countdown è partito e da qui alle prossime 14 sedute di borsa aperta (7-Settembre-2010 compreso) potrebbero accadere, secondo i sostenitori della teoria di Omen, le seguenti situazioni :
a) Il 77% di probabilità che avvenga un ribasso del 5% (sul NYSE)
Ovvero circa 9757 per il Dow Jones
b) Il 41% di probabilità che avvenga una seduta con Panic Selling (minimi intraday intorno al 10%)
Ovvero 9244 per il Dow Jones
c) Il 24% di probabilità che avvenga un Crash di mercato (chiusura oltre il -10%)
Ovvero dove la vostra fantasia vi porta
IL MIO PARERE – Bisogna altresì sottolineare, che solitamente le correzioni anticipate dall’indicatore trovano conferma sul mercato entro 130 giorni, quindi in questo caso entro la fine di questo anno (GUARDATE IL GRAFICO 2 SUL PASSATO DI OMEN).
Anche se,secondo il mio modesto parere, se qualcosa di nefasto dovrà accadere, si verificherà tra il mese di settembre e quello di ottobre del 2010. Infatti i maggiori crolli dei mercati azionari si sono, per qualche “strana” (tanto strana non è) ragione, verificati in questo periodo.
– Crack Lehman, 2007 : Settembre
– Crisi asiatica, 1998 : Iniziata a fine agosto ma continuò per due mesi
– Crollo, 1987 : Ottobre. Anche se il mercato effettivamente incominciò a scendere a fine agosto
– Crollo 1929 : Ottobre. I prezzi cominciarono a scendere a settembre
– Ma quasi nessuno si ricorda del settembre del 1931, quando il Dow Jones perse in quel mese circa il 30%
– Crollo 2001 : Settembre. Nelle due settimane prima degli attacchi terroristici dell’11 settembre, l’indice dei 500 titoli dello S&P era sceso del 7%
– Il grande panico del 1907 : Settembre
– Crollo 1873 : Settembre
Ma la storia è ciclica ? gli avvenimenti si ripetono ? Si potrebbe dire, che tutto può essere vero come il suo contrario. Se si guarda il passato, si nota come gli avvenimenti, soprattutto quelli economici e finanziari, abbiano una loro particolare ciclicità, ma è anche vero, che questi avvenimenti avvengono in forme e situazioni diverse. Tante persone per motivi psicologici devono credere in qualcosa, ad un indicatore, ad una persona, ad una setta, ad una profezia, ossia devono appigliarsi ad un qualcosa. Se qualcuno sostiene una teoria, altri, a ruota, cominceranno ad accettare tale teoria, senza però valutare in maniera obbiettiva i reali fatti.
Noi essere umani pensiamo in maniera selettiva e cerchiamo prove che confermano le nostre credenze. La mente umana cerca disperatamente di trovare ordine nel caos, la linearità delle cose. Ma il più delle volte, non esiste un ordine del caos. Gli avvenimenti si susseguono a volte senza logica, perché devono accadere.
Mentre per chi crede nell’analisi tecnica ( io non sono fra questi) segnalo che sul mercato azionario americano, si è andato a formare un modello grafico peggiore del Omen, ossia un classico Testa e spalle (come da grafico). Se tutto questo fosse confermato e l’analisi tecnica fosse una scienza esatta allora il Dow Jones scenderebbe verso gli 8.200 punti
LE CATTIVE NOTIZIE – Comunque vada a finire, sussistono un sacco di motivi per essere preoccupati dell’economia americana : I dati macroeconomici suggeriscono fortemente , che il mercato del lavoro non sia destinato a crescere nel prossimo futuro. E se il mercato del lavoro non migliora, non c’è davvero molta speranza per una svolta in materia di nuovi alloggi, di vendite al consumo e in pratica di tutta l’economia americana.
Inoltre ultimamente il presidente della Fed Ben Bernake ha rivisto , ovviamente in negativo, le previsioni del Pil. Tutto questo assieme ad una politica monetaria fatta di continua ed enorme iniezione di liquidità, più un profondo debito della prima potenza mondiale, mi fa pensare, che il mercato orso, farà ancora da padrone per qualche tempo a Wall Street.