LA TECNOLOGIA. L’analisi è molto affascinante. Dall’Ottocento tutte le fasi di rialzo dei listini sono state accompagnate da un salto tecnologico che, in qualche modo, ha prima innescato e poi sostenuto i "periodi d’oro" dell’azionario. L’inizio della rivoluzione industriale, sul finire del Settecento, ha portato l’innovazione al entro del progresso. Dall’invenzione del motore a vapore fino all’avvento di internet, negli ultimi 200 anni l’economia globale ha vissuto cinque grandi periodi di espansione, caratterizzati da una lunga fase di prosperità e terminati, generalmente, con una grave crisi.
KONDRATIEFF. Il primo osservatore di questo fenomeno è stato l’economista russo Nikolai Kondratieff, vissuto a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, che hateorizzato l’evoluzione del sistema capitalistico attraverso "onde" (cicli fluttuanti) di innovazione della durata di 40-60 anni. La sua teoria è stata poi ripresa e approfondita, ma si è mostrata nel complesso veritiera. In questi anni stiamo vivendo la fine della quinta onda di Kondratieff, innescata dalle tecnologie informatiche negli anni 70, mentre starebbero già maturando le condizioni, secondo molti studiosi del fenomeno, per l’avvio della sesta. Il problema è capire quali saranno le innovazioni – fra quelle oggi in nuce – che si affermeranno e pervaderanno il sistema economico nei prossimi decenni.
La questione non è solo banalmente teorica, perché azzeccare i cavalli vincenti – nella selezione del ciclo evolutivo – consentirà di costruire portafogli di investimento altamente performanti sul lungo periodo.
L’opinione condivisa dagli studiosi è che i temi a cui riservare maggiore attenzione – per cavalcare la prossima onda di prosperità – sono le energie alternative, le nano-biotecnologie e il biomedicale.
GLI STUDI. Poi certamente tutto questo, va anche considerato alla luce dei fenomeni della globalizzazione (dal 1987 al 2010 gli scambi mondiali sono quadruplicati, anche se la produzione globale è solo raddoppiata) e dello sviluppo demografico con l’invecchiamento della popolazione mondiale (nel 2050 saremo oltre 9 miliardi di abitanti sulla Terra, circa il 40% in più di oggi, ma in Europa e in Giappone saremo di meno e più anziani).Tutto ciò porterà molti cambiamenti. Il ripensamento sul nucleare, innescato a livello mondiale dai fatti giapponesi («Valutare rischi e costi» ha proposto il segretario di stato Usa, Hillary Clinton), potrebbe essere – per esempio – un primo concreto segnale a favore di una nuova fase di crescita economica trainata dall’economia "verde".