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Economia e Dintorni

Van Rompuy, l’Europa deve ancora crescere

 Il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha chiara la ricetta che permetterebbe all’Europa una decisa svolta per uscire dalla situazione di impasse economico in cui si trova:  eliminare le differenze che intercorrono tra l’Eurozona e l’America. Van Rompuy in pratica sostiene che “la principale priorità dei leader europei debba essere quella di investire nell’innovazione, vale a dire per la crescita futura. E’ l’imperativo assoluto”.

 
A sostegno della propria idea, il numero uno del Consiglio Europeo, ha inoltre sottolineato come ritardo infrastrutturale che insito nell’vecchio continente, dove “oggi l’elettricità si paga il doppio rispetto agli Stati Uniti e il gas costa quattro volte tanto. Un gap che va colmato”. Il ragionamento è simile per la copertura dei servizi 4g di banda larga, “al 6% in Europa, contro il 90% in Corea del Sud e Giappone”.
 
Il numero uno del Consiglio, ragionando sull’evoluzione della crisi attuale, ha inoltre evidenziato che “siamo ancora molto lontani da dove avremmo voluto essere, soprattutto dal punto di vista occupazionale”, ammettendo che “la fiducia se ne va a cavallo e se ne torna a piedi”, ossia con estrema lentezza. Pur riconoscendo che l’Europa è “un continente privilegiato, senza eguali nel mondo”, il numero uno del Consiglio Ue osserva con preoccupazione che “le idee europee sono sotto pressione in molti Paesi. I leader non esitino e si assumano la responsabilità di difendere queste idee dall’opinione pubblica: convinceremo le persone con risultati tangibili su occupazione, prosperità e potere d’acquisto. Si convinceranno così che l’Europa non è il problema, quanto piuttosto la soluzione. L’Europa può farcela, ce l’ha fatta in passato e ce la farà anche in futuro”. 
 
Van Rompuy si è inoltre soffermato a parlare del sistema bancario europeo, confermando che entro fine anno dovrà affrontare gli stress test. Un esame che “porterà a una sostanziale revisione qualitativa del sistema bancario, con trasformazioni profonde che riguarderanno in particolar modo gli istituti di credito più piccoli” come si legge su Milano FInanza. Si tratterà comunque di un processo ineludibile, all’interno del quale “l’unione bancaria sarà la pietra angolare dell’architettura finanziaria” del vecchio continente.