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Economia e Dintorni

Zoom, dalle videoconferenze
al +30% nel “funesto” 2020

Il boom nell’emergenza

Quando esigenza e praticità si incontrano, il successo è inevitabile. E così, mentre l’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’economia globale nel 2020, c’è chi proprio da gennaio ha fatto segnare un clamoroso +30% a Wall Street: si tratta di Zoom, startup hi-tech specializzata in videoconferenze, piattaforma perfetta per azzerare le distanze tra colleghi in periodi di quarantena obbligata come questi.

La crescita di capitale

Che si tratti di un webinar, uno staff meeting o comunque un incontro virtuale di natura professionale, Zoom è lo strumento digitale più adatto e in voga del momento. Un’azienda in quella California che ha visto fiorire molti giganti del settore tecnologico, fondata nel 2011 e che nel 2017 è arrivata alla capitalizzazione di un miliardo. In questi giorni convulsi, sempre più aziende stanno scoprendo e usando questo strumento, che si coniuga perfettamente con le peculiarità dello smart working. E così, in poche settimane il titolo è arrivato a valere 31 miliardi di dollari.

Rischio volatilità

Una cifra esorbitante, certo. Evidentemente per aziende di questo tipo il momento è d’oro. Eppure anche società ad altissimo potenziale come Zoom possono soffrire delle oscillazioni di mercato. In un paio di sedute il titolo è arrivato a perdere a Wall Street circa il 15% del suo valore sull’onda di analisi che reputano irraggiungibili gli obiettivi del piano strategico. D’altronde la volatilità, per queste realtà ad alto potenziale, è pur sempre un rischio ricorrente.